Nuova Zelanda
Lo sapevate?
indicator | value | unit |
---|---|---|
Popolazione | 4.7 | milioni |
Numero di visitatori/anno | 2.6 | milioni |
Energie rinnovabili | 38.3 | % |
Come va la vita?
La Nuova Zelanda consegue buoni risultati in numerosi aspetti deli del benessere, rispetto agli altri Paesi esaminati nel Better Life Index. La Nuova Zelanda ottiene migliori risultati, rispetto alla media, in termini di reddito, occupazione, istruzione, salute, qualità ambientale, relazioni sociali, impegno civile e soddisfazione di vita. Queste classifiche si basano su una selezione di dati disponibili.
Sebbene il denaro non possa comprare la felicità, è uno strumento importante per raggiungere un tenore di vita più elevato. In Nuova Zelanda, il reddito netto medio rettificato delle famiglie è di 39 024 USD annui pro capite, un reddito superiore rispettoalla media OCSE, pari a 30 490 USD annui.
In termini di occupazione, in Nuova Zelanda circa il 77% delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni ha un lavoro retribuito, una percentuale superiore rispetto al tasso medio di occupazione OCSE, pari al 66%. L’81% circa degli uomini ha un lavoro retribuito, a fronte del 72% delle donne. In Nuova Zelanda, il 14% dei lavoratori dipendenti ha un orario di lavoro retribuito molto lungo, una percentuale superiore rispetto alla media OCSE pari al 10%, con rispettivamente il 19% degli uomini e il 9% delle donne.
Una buona istruzione e valide competenze sono requisiti importanti per trovare un lavoro. In Nuova Zelanda, l’81% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha completato il ciclo di istruzione secondaria superiore, una percentuale superiore alla media OCSE, pari al 79%. In Nuova Zelanda, il tasso di completamento degli studi secondari superiori varia tra gli uomini e le donne: l’80% degli uomini ha completato con successo gli studi secondari superiori, mentre per le donne tale percentuale si eleva all’82%. Per quanto riguarda la qualità del sistema di istruzione, lo studente medio ha ottenuto un punteggio pari a 503 punti in termini di competenze in lettura, matematica e scienze, nell’ambito del Programma OCSE per la valutazione internazionale degli studenti (PISA). Tale punteggio è superiore rispetto alla media OCSE, pari a 488 punti. In Nuova Zelanda, le ragazze hanno ottenuto, in media, 6 punti in più rispetto ai ragazzi, un divario leggermente superiore rispetto alla media OCSE, pari a 5 punti.
Per quanto riguarda il tema della salute, in Nuova Zelanda la speranza di vita alla nascita è di 82 anni, un anno in più rispetto alla media OCSE di 81 anni. La speranza di vita è di 84 anni per le donne, a fronte di 80 anni per gli uomini. Il livello atmosferico di PM2,5 – microparticolato costituito da particelle inferiori a 10 micron che possono penetrare nei polmoni e danneggiarli – è di 6 microgrammi per metro cubo, un dato inferiore rispetto alla media OCSE, pari a 14 microgrammi per metro cubo. In Nuova Zelanda, l’85% delle persone intervistate dichiara di essere soddisfatto della qualità dell’acqua, una percentuale leggermente superiore rispetto alla media OCSE, pari all’84%.
Per quanto riguarda la sfera pubblica, in Nuova Zelanda si riscontrano un forte senso di appartenenza e livelli elevati di partecipazione civica. Il 95% degli intervistati ritiene di conoscere qualcuno su cui poter contare nel momento del bisogno, una percentuale superiore rispetto alla media OCSE pari al 91%. In occasione delle ultime elezioni, l'affluenza alle urne, indicatore della partecipazione dei cittadini al processo politico, è stata dell’82% una percentuale superiorerispetto alla media OCSE pari al 69%. Lo status socioeconomico può influenzare il tasso di partecipazione al voto: l’affluenza alle urne è stimata, rispettivamente, al 87% per il 20% della popolazione più abbiente e all’83% per il 20% della popolazione più indigente.
Alla richiesta di attribuire un voto alla loro soddisfazione generale di vita, su una scala da 0 a 10, su una scala da 0 a 10, i neozelandesi hanno dato, in media, un voto pari a 7,3 punti, una percentualesuperiore alla media OCSE di 6,7 punti.
Per maggiori informazioni sulle stime e sugli anni di riferimento, cfr. sezione FAQ e Banca dati BLI.
Temi
Nuova Zelanda In dettaglio
Abitazione - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
Vivere in condizioni abitative soddisfacenti è uno degli aspetti più importanti della vita. L'abitazione soddisfa uno dei bisogni primari dell'uomo, quello di protezione, ma non è sufficiente avere un tetto sulla testa. L'abitazione deve anche essere il luogo dove si può riposare e dormire, un luogo che ci garantisce sicurezza, intimità, spazio personale e che consente di avere una famiglia. È la possibilità di soddisfare tutte queste condizioni che ti fa sentire veramente a casa. Naturalmente, resta da sapere se le persone possono permettersi un’abitazione adeguata.
La spesa abitativa riveste un ruolo centrale nel bilancio familiare e rappresenta la principale voce di spesa per molti individui e famiglie se si prendono in considerazione affitto, gas, elettricità, acqua, mobilio e riparazioni. In Nuova Zelanda le famiglie spendono in media il 25% del loro reddito lordo rettificato per l'abitazione, una delle percentuali più elevate dell’area OCSE, dove la media è del 20%.
Oltre a misurare il livello di spesa abitativa, è anche necessario prendere in considerazione le condizioni di vita, come il numero medio di vani a persona e la presenza di dotazioni di base. Per misurare la condizione di sovraffollamento si divide il numero di locali presenti nell'abitazione per il numero di persone che vi abitano. Un alloggio sovraffollato, infatti, può avere un'incidenza negativa sulla salute fisica e mentale, sui rapporti con gli altri e sullo sviluppo dei bambini. Il sovraffollamento, inoltre, comporta spesso servizi carenti in materia di fornitura idrica e fognature. In Nuova Zelanda l'abitazione media comprende 2,4 vani a persona, un dato superiore alla media OCSE, di 1,7 vani a persona, nonché uno dei più elevati dell’area OCSE
Politiche migliori per vite migliori
Aiutare le famiglie a basso reddito con le spese abitative
L'edilizia residenziale popolare può contribuire notevolmente ad alleviare il fenomeno della povertà. In Nuova Zelanda il governo ha adottato misure per ridurre le carenze di abitazioni sociali o a prezzi abbordabili. Per i canoni locativi degli alloggi sociali è stato fissato un tetto pari al 25% del reddito della famiglia beneficiaria e al tempo stesso si stanno riesaminando i contratti di locazione già in vigore: nei casi in cui il beneficiario di un alloggio sociale paga canoni di mercato, perderà il diritto a tale alloggio che sarà assegnato a chi è in situazione più precaria. Secondo il programma di riforma dell'edilizia residenziale pubblica neozelandese, sarà trasferita una parte dello stock di alloggi sociali dello Stato in favore di altri organismi locali che garantiranno migliori servizi agli inquilini e assicureranno un impiego più efficace dei fondi pubblici.
Il Governo porterà avanti minuziose azioni di monitoraggio sull'applicazione di queste riforme per valutare quali sono le condizioni abitative e sociali degli inquilini che abbandonano alloggi sociali, se la riforma è risultata efficiente nel migliorare le condizioni dei beneficiari di tali alloggi e se vi sono sufficienti tutele per evitare che gli operatori del mercato privato corrano eccessivi rischi finanziari. Nel periodo 2017-2018, il numero di alloggi sociali finanziati dai contributi a sostegno del canone locativo soggetti a condizioni di reddito passeranno da 62 000 unità a 65 000 unità.
Riqualificazione energetica delle abitazioni
Le prestazioni energetiche del parco immobiliare neozelandese sono in generale di basso livello. Nel periodo 2009-2016, al programma faro noto come Warm Up New Zealand è stato allocato un budget di 350 milioni di USD con lo scopo di fornire contributi ai privati per il miglioramento dell'isolamento e dei sistemi di riscaldamento abitativi. I programmi hanno consentito di rimodernare 300 000 abitazioni (circa il 20% del parco immobiliare), la metà delle quali era occupata da famiglie a basso reddito. Dopo il 2016, il programma è stato destinato quasi unicamente all'isolamento di immobili in affitto occupati da famiglie a basso reddito con esigenze prioritarie di natura sanitaria relative al freddo e all’umidità. La legislazione adottata nel 2016 (Residential Tenancies Amendment Act) ha introdotto requisiti più rigorosi in materia di isolamento di pavimenti e tetti per le case in affitto e le abitazioni sociali.
Più risorse
Indicatori
reddito - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
Sebbene il denaro non compri la felicità, esso rappresenta un importante mezzo per raggiungere standard di vita e un benessere più elevati. Una maggiore ricchezza economica potrebbe anche consentire di fare scelte di migliore qualità in materia di istruzione, assistenza sanitaria e abitazione.
Il reddito netto disponibile rettificato delle famiglie corrisponde alle entrate che un nucleo familiare percepisce ogni anno al netto di imposte e trasferimenti e rappresenta il denaro a sua disposizione, da spendere per beni o servizi. In Nuova Zelanda, il reddito netto medio rettificato delle famiglie delle famiglie è pari a 39 024 USD l’anno pro capite, un dato superiore rispetto alla media OCSE di 30 490 USD.
La ricchezza netta di una famiglia consiste nel valore totale del suo patrimonio finanziario e non finanziario, come liquidità o azioni detenute in conti bancari, la residenza principale, altri beni immobili, veicoli, oggetti di valore e altre attività non finanziarie (ad esempio, altri beni durevoli di consumo).
In Nuova Zelanda, la ricchezza netta delle famiglie è stimata a 514 162 USD, un dato superiore rispetto alla media OCSE di 323 960 USD.
Per maggiori informazioni sulle stime e gli anni di riferimento, cfr. la sezione FAQ e la banca dati BLI.
Politiche migliori per vite migliori
Prevenire la povertà durante la vecchiaia
Nei Paesi dell’OCSE, i tassi medi di povertà tra gli anziani sono scesi dal 15,1% nel 2007 al 12,8% nel 2010, nonostante la crisi. Molti Paesi hanno intrapreso riforme per migliorare la copertura pensionistica e le prestazioni previdenziali nette per contrastare la povertà con maggiore efficienza.
La Nuova Zelanda, per esempio, ha registrato un aumento sostanziale della copertura, grazie all’introduzione dell’adesione automatica ai sistemi di risparmio destinato alla pensione e alle sovvenzioni pubbliche. Il 1 luglio 2007, preoccupato del fatto che i cittadini non risparmiassero abbastanza per la propria pensione attraverso i programmi privati, il Governo ha introdotto il KiwiSaver Act. KiwiSaver è un regime di risparmio destinato alla pensione, di tipo volontario e a sovvenzione pubblica, che prevede una ripartizione dei contributi tra dipendenti e datori di lavoro. Al loro ritiro dal lavoro, a 65 anni o in età superiore, gli aderenti al KiwiSaver ricevono un importo forfettario, non una pensione. Il tasso contributivo di default è aumentato dal 4% al 6% degli stipendi nel 2013.
I dipendenti che iniziano un nuovo lavoro vengono iscritti automaticamente al regime, con facoltà di non aderire. Prima dell’introduzione del regime “KiwiSaver”, la copertura del risparmio destinato alla pensione era diminuita a meno del 10% della popolazione in età lavorativa. Entro il mese di luglio 2014, circa il 67% dei cittadini neozelandesi di età compresa tra 18 e 64 anni aderiva in forma attiva o temporanea al KiwiSaver.
Più risorse
Indicatori
Occupazione - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
Avere un impiego comporta numerosi benefici: l'occupazione rappresenta una fonte di reddito, favorisce l'inclusione sociale, consente di realizzare le proprie aspirazioni, consolida l'autostima e migliora le competenze lavorative. In Nuova Zelanda circa il 77% della popolazione in età lavorativa, compresa tra 15 e 64 anni, ha un lavoro retribuito. Tale percentuale è superiore rispetto alla media dell'OCSE, pari al 66%.
Si definiscono disoccupate le persone che attualmente non lavorano ma che sono disposte a farlo e che cercano attivamente un'occupazione. La disoccupazione di lunga durata può avere un effetto molto negativo sul senso di benessere e di autostima e può causare un deterioramento delle competenze lavorative, riducendo ulteriormente l'occupabilità. In Nuova Zelanda, la percentuale della forza lavoro disoccupata da un anno o più, si attesta attualmente allo 0,4%, una percentuale inferiore rispetto alla media OCSE dell’1,3%.
Il salario e altri benefici monetari associati all'occupazione sono un aspetto molto rilevante della qualità del lavoro. In Nuova Zelanda il reddito da lavoro medio annuo è pari a 45 269 USD, un reddito inferiore rispetto alla media OCSE di 49 165 USD.
La sicurezza di mantenere il proprio posto di lavoro rappresenta un altro fattore essenziale della qualità occupazionale, che influisce su un’eventuale perdita di reddito prevista in caso di disoccupazione. Ciò include le probabilità di perdere il proprio posto di lavoro, la durata del periodo di disoccupazione e l'ammontare dei sussidi pubblici su cui si potrebbe contare. I lavoratori che sono confrontati a un rischio elevato di perdere il proprio impiego sono più vulnerabili, soprattutto nei Paesi in cui il sistema di protezione sociale è meno sviluppato. In Nuova Zelanda, i lavoratori sono soggetti ad una perdita di reddito del 4,5% in caso di disoccupazione, una percentuale inferiore rispetto alla media OCSE del 5,1%.
Per maggiori informazioni sulle stime e gli anni di riferimento, cfr. le FAQ e la banca dati BLI.
Politiche migliori per vite migliori
Promuovere il mercato del lavoro neozelandese all'estero
Un'importante iniziativa in materia occupazionale è rappresentata dalla creazione di una banca dati on-line tramite la quale possono fare domanda le persone interessate ad emigrare in Nuova Zelanda. Nel 2014 oltre 200 000 candidati all'immigrazione avevano presentato domanda tramite questa base dati, integrata nel portale New Zealand Now (www.newzealandnow.govt.nz/) che fornisce numerosissime informazioni sulla vita, l'occupazione e gli studi in Nuova Zelanda. I potenziali migranti iscritti alla banca dati ricevono anche altre informazioni, come quelle riguardanti i saloni in materia di occupazione in Nuova Zelanda organizzati periodicamente dal servizio Immigration New Zealand nei principali paesi di origine dei migranti. I datori di lavoro iscritti possono accedere alla banca dati contenente i profili dei candidati tramite l'opzione Skill Finder. Questo servizio gratuito consente ai datori di lavoro di effettuare una ricerca nella banca dati per settori di attività, livello di studi, residenza e durata dell'esperienza professionale. In seguito i datori di lavoro possono registrare l'impiego disponibile e presentare una richiesta alla sezione marketing di Immigration New Zealand. Nei giorni seguenti la richiesta, quest'ultima collaborerà con il datore di lavoro per finalizzare la richiesta formale da presentare a quei candidati presenti nella banca dati che i datori di lavoro ritengono adatti all'impiego. I potenziali candidati possono poi presentare la propria candidatura inviando direttamente il loro curriculum vitae al datore di lavoro tramite un apposito account creato nel sistema. Le aziende possono utilizzare questa banca dati solo per ricercare candidati destinati ad un'occupazione qualificata o in caso abbiano difficoltà a trovare candidati per l'impiego disponibile.
Più risorse
Indicatori
Relazioni sociali - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
Gli uomini sono esseri sociali. La frequenza dei contatti con gli altri e la qualità delle relazioni interpersonali sono quindi elementi determinanti del nostro benessere.
Una forte rete sociale o comunità può sia fornire un sostegno psicologico nelle fasi alterne della vita sia aiutare a trovare lavoro e ad accedere a servizi e ad altre opportunità materiali. In Nuova Zelanda il 95% delle persone dichiara di conoscere qualcuno su cui poter contare in caso di necessità – una percentuale superiore alla media OCSE del91%.
Una rete sociale debole può limitare le opportunità economiche, scarsi contatti con gli altri e, in definitiva, un senso di isolamento. Gli individui socialmente isolati faticano a integrarsi nella società con una partecipazione attiva e a realizzare le proprie aspirazioni personali.
Approfondimenti
Più risorse
Indicatori
Istruzione - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
Una popolazione ben istruita e con una buona formazione è essenziale per il benessere sociale ed economico di un Paese. L’istruzione ha un ruolo fondamentale nel trasmettere alle persone le conoscenze, le qualifiche e le competenze necessarie per partecipare attivamente alla società e alla vita economica. Un buon livello d’istruzione migliora considerevolmente le opportunità di trovare un lavoro e di guadagnare bene.
I neozelandesi possono prevedere di studiare per 17,5 anni tra i 5 e i 39 anni, un dato in lineacon la media OCSE pari a 18 anni di studio.
Possedere un diploma di scuola media secondaria è diventato sempre più importante in tutti i Paesi, da quando le competenze richieste dal mercato del lavoro sono sempre più basate sulla conoscenza. Le percentuali di diplomati della scuola secondaria superiore danno, in questo senso, una buona indicazione della capacità di ciascun Paese a preparare i propri studenti alle esigenze minime del mercato del lavoro.
In Nuova Zelanda, l’81% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha completato gli studi secondari superiori, una percentuale superiore alla media OCSE, del 79%.
I tassi di conseguimento di un diploma, sebbene siano importanti, dicono poco sulla qualità dell’insegnamento ricevuto. Il Programma internazionale per la Valutazione degli Studenti (PISA) esamina in che misura gli studenti hanno acquisito, alla fine della scuola obbligatoria (in genere intorno ai 15 anni) alcune conoscenze e competenze, in particolare in lettura, matematica e scienze, essenziali per una piena partecipazione alla società moderna. Nel 2018, il programma PISA ha valutato le competenze in lettura, matematica e scienze degli studenti, poiché gli studi mostrano che tali competenze costituiscono degli indicatori più attendibili del livello di benessere economico e sociale rispetto al numero di anni trascorsi a scuola.
In Nuova Zelanda, il punteggio medio ottenuto dagli studenti in lettura, matematica e scienze è pari a 503 punti, un punteggio superiore alla media OCSE, pari a 488 punti.
I sistemi scolastici più efficaci riescono a trasmettere un insegnamento di alta qualità a tutti gli studenti.
Politiche migliori per vite migliori
Reti per raggiungere risultati migliori
La strategia Learning and Change Networks riunisce le scuole, le kura (scuole in lingua māori), le comunità, i professionisti del settore e i funzionari dei ministeri per migliorare la scolarizzazione, l'apprendimento misto e la sensibilità culturale. Attivata in un primo tempo nel 2012 con 5 reti che rappresentano 45 scuole e kura, la strategia comprende oggi circa 55 reti che coinvolgono quasi un quinto di tutte le scuole e kura. Rimuovendo, piuttosto che creare barriere, queste reti hanno permesso alla Nuova Zelanda di realizzare gli obiettivi volti al successo scolastico degli studenti in termini di completamento degli studi. Un obiettivo fondamentale è quello di generalizzare, entro il 2021, il conseguimento di una qualifica di scuola secondaria superiore a 18 anni.
Nuovi ruoli didattici
Per migliorare il livello di istruzione di tutti gli studenti, la Nuova Zelanda ha introdotto nel 2015 quattro nuovi ruoli nelle scuole: preside esecutivo, insegnante esperto, insegnante coordinatore e responsabile del rendimento scolastico (Change Principal). I ruoli offrono agli insegnanti l’opportunità di progredire all’interno della classe e comprendono una serie di strumenti volti a favorire lo scambio di esperienze tra le scuole. Ogni ruolo comporta consistenti retribuzioni supplementari per un determinato periodo (ad eccezione degli insegnanti coordinatori che sono ruoli permanenti) e aiuta a individuare gli insegnanti e i dirigenti più meritevoli. I ruoli sono definiti in base a standard professionali.
Le comunità scolastiche lavorano insieme per identificare e cercare di raggiungere obiettivi specifici. Ad ogni comunità sono assegnati un dirigente e un certo numero di insegnanti esperti e di capo insegnanti.
Oltre a questi nuovi ruoli, tutte le scuole ricevono finanziamenti supplementari per permettere agli insegnanti di liberare del tempo per portare avanti, in collaborazione con gli insegnanti esperti e gli insegnanti coordinatori, un lavoro di riflessione sulla pratica dell’insegnamento.
Più risorse
Indicatori
Ambiente - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
La qualità dell'ambiente incide direttamente sulla nostra salute e sul nostro benessere. L'inquinamento atmosferico esterno rappresenta un grave problema ambientale che influisce direttamente sulla qualità della vita di tutti noi. Nonostante varie iniziative nazionali e internazionali e un calo delle principali emissioni inquinanti, gli effetti dell'inquinamento atmosferico urbano sulla salute continuano ad aggravarsi e l'inquinamento atmosferico diventerà probabilmente la principale causa ambientale di mortalità precoce entro il 2050. L'inquinamento atmosferico urbano, spesso causato dai mezzi di trasporto o dalla combustione di legno o carbone su piccola scala, è associato a tutta una serie di problemi sanitari: da irritazioni oculari di minore entità a infezioni delle vie respiratorie superiori di breve durata, malattie respiratorie croniche come l'asma, patologie cardiovascolari o tumori ai polmoni. I bambini e le persone anziane possono essere particolarmente esposti a tali rischi.
La concentrazione di PM2,5 – quelle particelle inferiori a 10 micron che possono penetrare profondamente nei polmoni – è oggetto di monitoraggio nei Paesi dell'OCSE poiché può essere pericolosa per la salute e ridurre la speranza di vita. In Nuova Zelanda, la concentrazione di PM2,5 è pari a 6 microgrammi per metro cubo, uno dei valori più bassi rilevati nell’area OCSE, dove la media è di 14 microgrammi per metro cubo e inferiore alla soglia annua di 10 microgrammi per metro cubo raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
L'accesso all'acqua potabile è un fattore fondamentale per il benessere umano. Nonostante i Paesi dell’OCSE abbiano compiuto progressi significativi in materia di riduzione dell'inquinamento idrico, non è sempre facile valutare con precisione i miglioramenti della qualità dell'acqua dolce. In Nuova Zelanda, l’85% della popolazione afferma di essere soddisfatta della qualità dell'acqua, una percentuale leggermente superiore alla media OCSE, pari all'84%.
Politiche migliori per vite migliori
Miglioramento della qualità idrica
L'accordo adottato dalla Nuova Zelanda (The Sustainable Dairying: Water Accord) prevede l’impegno per la riduzione dell'inquinamento di origine agricola nei sistemi idrici di acqua dolce e l'adozione delle migliori pratiche volte alla tutela dei corpi idrici. Questo accordo volontario tra il Governo neozelandese e il settore lattiero-caseario ha definito obiettivi chiari in materia di performance, obblighi di rendicontazione periodica e verifiche da parte di terzi. Grazie a questo accordo, le migliori pratiche in campo ambientale (per esempio costruzione di recinti per tenere lontani i bovini da latte dai corsi d'acqua) sono state messe in pratica più rapidamente di quanto sarebbe avvenuto se fossero state introdotte nuove regolamentazioni. Ad oggi, si è così riusciti a mantenere il 96% dei bovini da latte del Paese ad una distanza di sicurezza dai corsi d'acqua. Tra gli altri obiettivi dell'accordo vi è la preparazione di piani di gestione delle zone riparie e l'installazione di contatori dell'acqua presso l'85% delle fattorie entro il 2020.
Le misure adottate nel 2014 in materia di gestione dei sistemi idrici di acqua dolce (National Policy Statement for Freshwater Management) definiscono requisiti minimi da adottare entro il 2025 per la salute umana e l'ecosistema in tema di qualità e quantità di risorse di tutti i corpi idrici. Tali misure specificano, inoltre, che il livello di qualità idrica in tutte le regioni può soltanto essere mantenuto o migliorato.
Ripristino della qualità idrica del lago più grande della Nuova Zelanda
La qualità idrica del lago Taupō, Patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco, continua a peggiorare dagli anni Settanta; l'elevata concentrazione di azoto dovuta all'intensificazione delle attività pastorali ha causato la proliferazione di un'alga microscopica, l’intorbidamento dell'acqua e la crescita incontrollata di erba infestante sulle rive del lago.
In seguito al peggioramento della qualità idrica, il Governo, le autorità regionali e la popolazione indigena locale hanno attuato un pacchetto di misure innovative, che comprendono: i) un limite massimo ai livelli di emissione di azoto nel bacino imbrifero del lago Taupō, calcolato in base al modello OVERSEER®, che misura il livello di concentrazione di azoto a livello nazionale; ii) l’introduzione del mercato delle emissioni di azoto del lago Taupō; iii) la creazione del Lake Taupō Protection Trust, un fondo destinato a finanziare il progetto. Il pacchetto di misure è stato attuato nel 2011, dopo 11 anni di consultazione pubblica per arrivare ad un accordo. La possibilità di scambiare le quote di emissione in seguito all'introduzione del mercato delle emissioni di azoto del lago Taupō ha rappresentato un elemento centrale delle concertazioni; gli agricoltori richiedevano infatti un sistema flessibile e la possibilità di aumentare la produzione, o di ricevere vantaggi finanziari diretti in seguito alla riduzione delle infiltrazioni di sostanze nutritive. Il Lake Taupō Protection Trust ha consentito di ridurre le conseguenze sul territorio, a livello economico e sociale, degli scarichi di azoto tramite il riacquisto di alcune delle quote di emissioni di azoto attribuite e l'acquisto di tenute agricole, che sono state trasformate in strutture con un livello permanentemente ridotto di scarichi di azoto. Tutte queste iniziative, tuttavia, hanno avuto come conseguenza elevati costi per il contribuente (79 milioni di NZD). Oggi nel bacino imbrifero del lago stanno emergendo nuove attività che producono scarichi di azoto limitati, come la coltivazione di olive, l'allevamento di pecore da latte, la produzione e la commercializzazione di manzo "sostenibile". La sicurezza ambientale consente di sviluppare prodotti ad elevato valore aggiunto con una strategia credibile di green marketing. Questo pacchetto di misure ha avuto altri impatti ambientali positivi sul territorio come l'assorbimento di carbonio in seguito alla riforestazione di oltre 5000 ha di terreno piantati a pini.
Il mercato delle emissioni ha consentito di adottare una strategia flessibile grazie alla quale la terra ha ritrovato il suo valore d'uso più elevato e si è arrivati a raggiungere l'obiettivo del 20% di riduzione del carico di azoto. L'obiettivo finale è di riportare la qualità dell'acqua ai livelli del 2001 entro il 2080. È tuttavia troppo presto per valutare l'impatto sulla qualità idrica del lago poiché passa un considerevole lasso di tempo tra l'applicazione dei fertilizzanti al terreno e l'eventuale infiltrazione delle sostanze nutritive nelle acque del lago tramite le falde acquifere (a volte superiore a un secolo in alcune parti del bacino imbrifero).
Più risorse
Indicatori
Impegno civile - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
La fiducia nel Governo è essenziale per il benessere e la coesione sociale. Un’elevata affluenza alle urne è una misura della partecipazione dei cittadini al processo politico. Nelle elezioni più recenti per le quali sono disponibili dei dati statistici, l’affluenza degli elettori alle urne in Nuova Zelanda è stata pari al 82% degli elettori iscritti. Questa percentuale è superiore alla media OCSE del 69_%.
Una più ampia partecipazione dei cittadini al processo decisionale è altresì importante per responsabilizzare i Governi e preservare la fiducia nelle istituzioni pubbliche Il processo formale per l’impegno pubblico nell'elaborazione di leggi e regolamenti è un modo per valutare in quale misura i cittadini possono partecipare alle decisioni del Governo su questioni importanti che riguardano la loro vita. In Nuova Zelanda, il livello di partecipazione delle parti interessate al processo normativo è pari a un indice di 2,5 punti (su una scala compresa fra 0 e 4), un valore superiore alla media OCSE pari a 2,1.
Per maggiori informazioni sulle stime e gli anni di riferimento, cfr. le FAQ e la banca dati BLI.
Più risorse
Indicatori
Salute - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
Nel corso degli ultimi decenni, la maggior parte dei Paesi dell’OCSE ha registrato ampi progressi in tema di speranza di vita, grazie alle migliori condizioni di vita, agli interventi del sistema sanitario pubblico e ai progressi compiuti dalla medicina. La speranza di vita alla nascita in Nuova Zelanda si attesta a 82 anni, un anno anno in più rispetto alla media OCSE di 81 anni. L' aumento della speranza di vita è generalmente associato a una maggiore spesa sanitaria per persona, sebbene molti altri fattori (come il tenore di vita, gli stili di vita, l'istruzione e i fattori ambientali) abbiano un impatto.
Alla domanda “Come va la tua salute in generale?”, l’86% delle persone intervistate in Nuova Zelanda ha dichiarato di essere in buona salute, una percentuale molto superiore rispetto alla media OCSE del 68% e uno dei punteggi più elevati in tutta l’area dell’OCSE. Nonostante la natura soggettiva della domanda, le risposte ricevute si sono rivelate un buon indicatore di come le persone usufruiranno in futuro delle cure sanitarie. Il sesso, l’età e la condizione sociale dell’intervistato possono influire sulle risposte a questa domanda.
Più risorse
Indicatori
Soddisfazione - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
La felicità intesa come benessere soggettivo può essere misurata in termini di soddisfazione di vita, presenza di esperienze e sensazioni positive, nonché assenza di esperienze e sensazioni negative. Benché soggettivi, tali indicatori costituiscono un utile complemento a dati oggettivi al fine di mettere a confronto la qualità della vita nei diversi Paesi esaminati.
L’indicatore di soddisfazione di vita rileva come la gente valuta la propria vita nel suo insieme piuttosto che sulla base delle loro percezioni e conseguenti sensazioni del momento. Quando è stato chiesto di valutare la loro soddisfazione generale per la vita su una scala da 0 a 10, i neozelandesi hanno dato, in media, un voto pari a 7,3 punti, un punteggiosuperiore rispetto alla media OCSE pari a 6,7 punti.
Politiche migliori per vite migliori
Misurare il benessere a livello nazionale e regionale
Il New Zealand’s Social Report (pubblicato nel 2010 e nel 2015) fornisce una valutazione comparativa del benessere nazionale e regionale attraverso l'analisi di elementi quali: salute, conoscenze e competenze, posti di lavoro, standard economici di vita, diritti civili e politici, identità culturale, tempo libero, sicurezza fisica e relazioni sociali.
Più risorse
Indicatori
Sicurezza - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
Il senso di sicurezza personale è un elemento essenziale del benessere degli individui. Vi sentite al sicuro, ad esempio, camminando per la strada, da soli, di notte? In Nuova Zelanda, il 66% delle persone intervistate dichiara di sentirsi al sicuro quando camminano da sole di notte, una percentuale inferiore rispetto alla media OCSE del 74%.
Il tasso di omicidi (numero di omicidi ogni 100 000 abitanti) costituisce un indicatore più attendibile del livello di sicurezza esistente in un Paese, perché, a differenza di altri crimini, gli omicidi sono, di norma, denunciati alle forze di polizia. Secondo i più recenti dati OCSE, in Nuova Zelanda il tasso di omicidi è pari a 1,3, un tasso inferiore rispetto alla media OCSE, pari a 2,6.
Più risorse
Indicatori
equilibrio - Nuova Zelanda apri
Principali risultati
Trovare il giusto equilibro tra lavoro e vita privata è la sfida che attende tutti i lavoratori, in particolare i genitori che lavorano. La capacità di conciliare con successo lavoro, impegni familiari e vita personale è importante per il benessere di tutti i membri del nucleo familiare. Le autorità pubbliche possono contribuire ad affrontare il problema incoraggiando pratiche lavorative di supporto e flessibili, rendendo più semplice per i genitori trovare un miglior equilibrio tra lavoro e vita di casa.
Un aspetto importante dell’equilibrio tra lavoro e vita privata è la quantità di tempo trascorso sul posto di lavoro. È comprovato che orari di lavoro molto lunghi possono danneggiare la salute personale, compromettere la sicurezza e aumentare lo stress. In Nuova Zelanda, tuttavia, circa il 14% dei lavoratori ha orari di lavoro retribuito molto lunghi, un dato superiore rispetto alla media OCSE del 10%.
Inoltre, più le persone lavorano, meno tempo hanno da dedicare ad altre attività come trascorrere il tempo in compagnia altrui, lo svago, mangiare o dormire. La quantità e la qualità del tempo libero sono importanti per il benessere generale e possono essere fonte di ulteriori benefici per la salute fisica e mentale. In Nuova Zelanda, i lavoratori a tempo pieno dedicano, in media, il 62% della loro giornata, ovvero 14,9 ore, alla cura personale (mangiare, dormire, ecc.) e al tempo libero (socializzare con amici e familiari, hobby, giochi, utilizzo di computer e televisione, ecc.) - un dato lievemente inferiore rispetto alla media OCSE di 15 ore.
Politiche migliori per vite migliori
Tassi elevati di fecondità e occupazione femminile ma difficoltà per i nuclei monogenitoriali
La Nuova Zelanda ha registrato una crescita costante nel tasso di occupazione femminile che attualmente si attesta al 67,9%, una percentuale molto al di sopra della media OCSE del 57,5%. L’occupazione femminile in crescita è andata di pari passo a retribuzioni in crescita anche per le donne: il divario salariale tra i generi, al 4% nel 2011, è attualmente tra gli ultimi nell'OCSE e di gran lunga inferiore alla media OCSE di circa il 15%. Con 2 figli per donna, il tasso di fecondità totale nel 2012 è decisamente al di sopra della media OCSE di 1,7. I tassi elevati di fecondità e occupazione femminile in Nuova Zelanda indicano una compatibilità complessiva tra il lavoro e la vita familiare, tuttavia, a tassi elevati di fecondità, i Maori e i gruppi etnici del Pacifico associano tassi di occupazione femminile molto inferiori.
Sebbene la spesa complessiva per bambino sia diminuita tra il 2003 e il 2007, è stato positivamente registrato un aumento nella spesa per la prima infanzia e nella fornitura di assistenza all’infanzia. L’aumento nella spesa per i bambini in età compresa tra 0 e 5 anni in percentuale della spesa per tutti i bambini è stato uno dei più considerevoli dell'area OCSE.
I risultati per quanto riguarda l’infanzia in Nuova Zelanda sono, nel complesso, eterogenei: il tasso di povertà infantile, al 13,3%, è identico alla media OCSE; la mortalità infantile è diminuita mentre la percentuale di nascite sottopeso si è altresì ridotta. I punteggi di lettura PISA sono al di sopra della media OCSE, ma la percentuale di adolescenti (15-19 anni) che non studia o non lavora, al 7,7%, è superiore alla media OCSE, pari al 7,1% nel 2013.
Un buon pacchetto di politiche, ivi comprese pratiche flessibili sul posto di lavoro e servizi accessibili di assistenza alla prima infanzia e di istruzione, aiuta le famiglie neozelandesi a conciliare lavoro, famiglia e vita femminile. Il lavoro a tempo parziale rappresenta una pratica lavorativa comune che le madri neozelandesi adottano, riducendo il proprio orario lavorativo quando i figli sono piccoli ma riprendendo a lavorare a tempo pieno quando i figli iniziano la scuola.